Mission

“Mentre cerchiamo di insegnare ai nostri figli tutto sulla vita,
i nostri figli ci insegnano che la vita è tutto”
                                                                                                                                     Angela Schwindt 

La  Visione

Nonostante sia primariamente da riconoscere e tutelare il diritto della persona di minore età a crescere ed essere educata prioritariamente nella propria famiglia, vi sono situazioni di fragilità che rendono indispensabile, per garantire una crescita della persona, l’attivazione di percorsi di protezione offerti da una famiglia diversa ovvero da una comunità di tipo familiare.

Il contesto della comunità che si realizza nelle case famiglia assume centralità nella sfida contro le disuguaglianze, data la necessità di porre in essere un intervento educativo e che possa fornire risposte adeguate a ogni specifica esigenza di protezione, valorizzando le differenze, non per marcarle ma per garantire a tutti i bambini e ragazzi l’eguaglianza sostanziale dei diritti e delle forme di tutela rispetto ai loro coetanei.

L’accoglienza dei minori presso una famiglia affidataria o presso una comunità educativa rappresenta uno degli strumenti di aiuto al bambino temporaneamente o parzialmente privo di cure parentali adeguate, che s’inseriscono in un più ampio progetto di protezione del minore e, ove possibile, di recupero della sua famiglia.

La legge 149/2001, all’art. 2, comma 1, cita: «Il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo … è affidato ad una famiglia … in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno». Questo enunciato sintetizza efficacemente che c’è un diritto del bambino a ricevere cure adeguate, e che è bene che ciò avvenga in una famiglia. Analizzando i principi ispiratori di quest’affermazione, emergono due diritti che s’intrecciano: 1) il diritto alle cure per una sana crescita psico-fisica – che diremmo essere espressione del diritto alla salute; 2) il diritto alle relazioni familiari.

Il successivo comma 2 del medesimo articolo sancisce che «Ove non sia possibile l’affidamento …, è consentito l’inserimento del minore in una comunità di tipo familiare caratterizzata da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia». La casa famiglia  è stata aperta  con lo scopo di prendersi cura dei bambini allontanati e delle fatiche  che si trovano ad affrontare nelle situazioni più difficili.

Tutto è iniziato con la nostra visione di aiutare i bambini a guarire dalle ferite e dalle fatiche che potrebbero aver subito dalla nostra società. Tutti  i bambini  dovrebbero condurre una vita felice, pacifica e significativa, questo influenzerà positivamente sia la loro vita che la società .

La missione

  • Fornire un ambiente familiare in cui i bambini si possano sentire protetti ed accuditi e crescere in modo sereno
  • Offrire loro una casa naturale garantendo il loro benessere fisico, mentale e psicologico.
  • Fornire cibo di qualità, riparo, assistenza sanitaria, strutture ricreative e soddisfare altre esigenze per alleviare le loro sofferenze.
  • Farli  sì che si sentano desiderati, per farli sentire parte della stessa società in cui sono nati e cresciuti.


I ragazzi accolti provengono da situazioni familiari in cui si vivono situazioni incongrue rispetto al loro bisogno psico-fisico, convivono infatti con adulti che non sanno curarsi di loro arrivando fino a violenze e abusi nei loro confronti. Non frequentano in modo regolare la scuola, hanno problemi alimentari (malnutriti o con diete alimentari non congrue) e problemi legati all’igiene personale.

Casa Famiglia Betania di Maria provvede a tutte le esigenze dei bambini, facendo loro sperimentare il più possibile, la dimensione di una vita regolata ed affettivamente significativa senza ignorare, ma aiutando a sostenere, la fatica e il dolore che comporta l’essere lontani dai propri genitori.

La Casa Famiglia Betania di Maria si prende cura della loro salute fisica e psicologica, li educa alle regole del vivere civile al fine di permettere loro di reinserirsi in modo adeguato e autonomo nella società.

I bambini della casa-famiglia giocano, vanno a scuola e frequentano i luoghi e gli spazi di vita di tutti gli altri bambini.

In questo ambiente multietnico e multiculturale imparano il rispetto e l’accoglienza della diversità non solo culturale e razziale ma anche di altri bambini “speciali” ospiti nella casa famiglia.

L’associazione risulta quindi funzionale a rispondere alle sfide sociali individuate e i volontari assegnati potranno inserirsi in un contesto ad alta vocazione e specializzazione, maturare un’esperienza altamente formativa e contribuire al sostentamento di servizi fondamentali alla persona. La Casa Famiglia mette in campo un’equipe di educatori, psicologi, assistenti sociali e operatori che lavorano a una progettualità per i minori, in termini di assistenza e supporto ed inserimento e integrazione culturale, sociale e scolastica.